Morihei Ueshiba O Senseï recitava durante il suo corso il norito, invocazione di origine Shinto. Itsuo Tsuda negli ultimi anni lo recitava quotidianamente e la tradizione è proseguita all’interno della Scuola Itsuo Tsuda.
“Il norito non appartiene al mondo della religione ma certamente al mondo del sacro nel senso Animista. Le vibrazioni e la risonanza portata dalla pronuncia di questo testo ci apportano a ogni seduta una sensazione di calma, di pienezza e a volte qualcosa che va al di là e resta inesprimibile. Il norito è un Misogi.* Per sua essenza, non è mai perfetto, cambia ed evolve. È il riflesso di un momento del nostro essere.”(Régis Soavi)
Questo norito è molto conosciuto in Giappone, si chiama Misogi no harae. La versione che recitava il Maestro Tsuda è in qualche modo una versione corta.
Itsuo Tsuda ricevette questo norito dalle mani di Nakanishi sensei che incontrò in occasione di un viaggio in Giappone. Lei gli trasmise anche la posizione delle mani che, senza essere rigida, è di una grande precisione. È un nodo di ki; tutte le dita devono toccarsi e anche la posizione dei gomiti ha la sua importanza. Nakanishi sensei fu la maestra di Kotodama di Morihei Ueshiba”da un colloquio con Régis Soavi
Itsuo Tsuda stesso scriverà: “Ad un dato momento della sua vita, il Maestro Ueshiba si è sentito bloccato nella prosecuzione della via, si è trovato di fronte ad un vicolo cieco. Era molto forte fisicamente, ma sentiva che gli mancava qualcosa. Fu allora che conobbe i Nakanishi. Aveva 56 o 57 anni mentre la signora Nakanishi ne aveva 20 e poco più. (…)”Itsuo Tsuda, La via degli Dei
Nel suo libro La via degli Dei (ed. originale La voie des Dieux, Le Courrier du Livre – 1982), Itsuo Tsuda tenta di chiarire alcuni soggetti di diffecile accesso come lo Shinto e il Kotodama. Noi ne pubblichiamo qualche estratto per accompagnare l’ascolto della recitazione del Norito da parte di Itsuo Tsuda.
“E’ veramente difficile definire quello che viene chiamato “shintoismo”, letteralmente, la Via degli Dei. La denominazione è stata inventata per la necessità di paragonarla con le altre forme di “credenza” che sono state introdotte in Giappone nel corso dei secoli.(…)”
“Se devo dire in poche parole che cosa sia lo shintô , citerò un proverbio francese del XV secolo: «Acqua che scorre non porta con sé alcuna immondizia». Ciò che è importante, non è il dogma, ma la sensazione immediata di serenità. E’ possibile mantenere costantemente una sensazione di serenità, in qualsiasi circostanza? Se ci riuscite, non ho nulla da aggiungere. Sono piuttosto dell’avviso che la maggior parte delle volte, proviamo una serenità precaria in certe particolari condizioni. Ci sforziamo di conservare questa serenità irrigidendoci. Significa salvare le apparenze. È essere ciechi non ammettere che abbiamo debolezze e difetti. Questo proverbio è oggi quasi sconosciuto. .(…)”
Kotodama (vibrazioni)
“Tutto l’Universo è concepito come pieno di sensazioni vibratorie. Queste vibrazioni esistono prima di essere percettibili. Così, il Maestro Ueshiba parlava spesso, per esempio, del kotodama della vocale «u», vibrazione che nasce dal ventre. Spiegava le funzioni di tutto il vocalismo che erano, in fondo, molto semplici, ma mi era difficile capirle perché si trattava di cose che non rientravano nelle mie abitudini.(…)”
“Secondo la signora Nakanishi, la particolarità del budô, delle arti marziali, risiede nell’attitudine a rispondere alle risonanze. E’ in questo che le arti marziali si incontrano col kototama . E’ anche in questo che differiscono dagli sport. In effetti, le arti marziali sono nate in tempi in cui si era esposti continuamente alla fatalità, senza preavviso. Non si trattava di esibire una tecnica fisica, davanti a degli spettatori in ammirazione, come al circo. Bisognava sentire l’avvicinarsi di un pericolo prima che i dati percettivi lo confermassero. Il momento della conferma è già troppo tardi perché determina non dei punteggi, ma la vita o la morte.(…)”
“L’aikido concepito come movimento sacralizzato dal Maestro Ueshiba, sta scomparendo per lasciare il posto all’aikidô atletico, sport di combattimento, più conforme alle esigenze dei civilizzati.«Il vero budô deve essere come una specie di mai » ha detto la signora Nakanishi. «Sono gli altri che vi girano intorno, ma il vero maestro non si muove».Nello shintô , non c’è opposizione tra Dio e uomo come nel cristianesimo. Si tratta di ritrovare Dio in voi stessi. Questo viene chiamato chinkon kishin , placare l’anima e fare ritorno a Dio. Di fatto, non si può né calmare né agitare l’anima. Si purifica il ki che si attacca alla nostra persona per mantenerci in vita, ma che allo stesso tempo ci espone a costanti agitazioni. (…)”Ha detto anche: «Di miracoli non abbiamo bisogno. La cosa più difficile è essere naturali, essere normali». Il mare calmo riflette la luna nella sua forma rotonda. Il mare agitato non dà che riflessi frammentati.(…)”
“L’insegnamento della signora Nakanishi mi ha svelato una nuova dimensione dell’universo. L’universo dello shintô non corrisponde in niente alla concezione geocentrica pre Copernicana né alla concezione eliocentrica, consolidata da Newton. L’universo di cui lei parla non è situato da nessuna parte. Si crea dal Vuoto originale, nel momento e nel luogo in cui vi è necessità, e scompare appena il caso è chiuso.A partire dal Vuoto, si crea il Niente ed il Niente crea l’Esistenza. E L’Esistenza culmina nel Niente che ritorna al Vuoto. Non c’è quindi una creazione all’inizio del mondo, una volta per tutte. Ogni istante può essere il momento della creazione. Chiunque ci provi può creare l’Universo là dove si trova.Non dobbiamo dunque discutere con un Gagarin per negare o affermare l’esistenza di Dio nello spazio. Lo shintô è troppo fluido per irrigidirsi nella sclerosi.
Ogni giorno è il primo giorno della creazione. Ogni giorno è forse l’ultimo giorno del ritorno al Vuoto.(…)” Itsuo Tsuda La Via degli Dei
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